Annibale sugli Appennini

Testo

Haud longi inde temporis, dum intolerabilia frigora erant, quies militi data est; et ad prima ac dubia signa veris profectus ex hibernis in Etruriam ducit, eam quoque gentem, sicut Gallos Liguresque, aut vi aut voluntate adiuncturus. Transeuntem Appenninum adeo atrox adorta tempestas est, ut Alpium prope foeditatem superaverit. Vento mixtus imber cum ferretur in ipsa ora, primo, quia aut arma omittenda erant aut contra enitentes vertice intorti adfligebantur, constitere; dein, cum iam spiritum includeret nec reciprocare animam sineret, aversi a vento parumper consedere.

Tum vero ingenti sono caelum strepere et inter horrendos fragores micare ignes; capti auribus et oculis metu omnes torpere; tandem effuso imbre, cum eo magis accensa vis venti esset, ipso illo quo deprensi erant loco castra ponere necessarium visum est. Biduum eo loco velut obsessi mansere; multi homines, multa iumenta, elephanti quoque ex iis qui proelio ad Trebiam facto superfuerant septem absumpti.


Traduzione

Mentre il freddo era intollerabile, fu data quiete ai soldati e ai primi e dubbi segnali della primavera, Annibale partendo dai quartieri d’inverno condusse l’esercito in Etruria, per annettere anche questa gente, o di (propria) volontà o con la forza, così come i Galli. Attraversando gli Appennini scoppiò una bufera così atroce che quasi aveva superato l’aspetto orribile delle Alpi. Essendosi generata pioggia mista a vento in quella stessa ora, in un primo momento, o poiché dovevano essere abbandonate le armi o poiché cercavano di opporsi investiti dal vortice, erano sbattuti a terra. Poi impedendo il vento il respiro e non permettendo di respirare, distoltisi dal vento si accamparono per un po’.

Allora ecco appunto il cielo rumoreggiare con grande boato e tra orrendi fragori guizzare le folgori; essendo privati della vista e dell’udito tutti erano rigidi per la paura. Finalmente scaricandosi il temporale, tanto più essendo accresciuta la forza del vento, sembrò necessario stabilire l’accampamento nel luogo, quello stesso, in cui furono sorpresi. Rimasero per due giorni in quel luogo come aasediati. Molti uomini, molte bestie perirono, e con essi anche sette degli elefanti superstiti della battaglia del Trebbia.