Cicerone torna a frequentare vecchi amici – i libri (bleah!!!)

Testo

Scito enim me, posteaquam in urbem venerim, redisse cum veteribus amicis, id est cum libris nostris, in gratiam; etsi non idcirco eorum usum dimiseram, quod iis suscenserem, sed quod eorum me suppudebat; videbar enim mihi, cum me in res turbulentissimas infidelissimis sociis demisissem, praeceptis illorum non satis paruisse. Ignoscunt mihi, revocant in consuetudinem pristinam teque, quod in ea permanseris, sapientiorem quam me dicunt fuisse. Quam ob rem, quoniam placatis iis utor, videor sperare debere, si te viderim, et ea, quae premant, et ea, quae impendeant, me facile transiturum. Quam ob rem, sive in Tusculano sive in Cumano ad te placebit sive, quod minime velim, Romae, dummodo simul simus, perficiam profecto, ut id utrique nostrum commodissimum esse diiudicetur.

Traduzione

Sappi che, dopo essere venuto in città, tornai con dei vecchi amici, cioè con i nostri libri, per compiacermi; non per questa ragione se avevo trascurato il loro uso, che provavo rabbia nei loro confronti, ma poichè provavo un po’ di vergogna. Mi sembrava di essermi cacciato in una terribile tempesta a causa di amici inaffidabili, che io non obbedissi abbastanza agli ordini di quelli. Mi hanno perdonato, mi hanno richiamato alle vecchie abitudini e dicono che tu, che hai perserverato in quel comportamento, sei più sapiente di me. Per questa ragione, poichè faccio uso di quelli benevoli, sembra che debba sperare, se ti vedessi tollerare facilmente e e cose che incalzano, e le cose che minacciano. Quindi sia nel tuscolano, sia che mi preferisci da te nel cumano, o cio che voglio minimamente, a Roma, purchè siamo vicini, farò in modo che ciò risulti essere a entrambi comodissimo