Il tesoro nel campo

Agricola quidam, cum iam moriturus esset, ad se arcessivit filios suos eisque dixit: “Mors avidis manibus me ereptura est et ego de hac vita discessurus. Nihil vobis in hereditatem relicturus sum, praeter agellum, quem ego assidue per multos annos colui. In hoc sepultus iacet thesaurus magnae pecuniae, sed ubi iaceat vobis dicere nescio. Vobis totus ager effodiendus erit ut thesaurum reperiatis”. Cum haec dixisset animam efflavit. Post patris obitum, filii per multos menses, usque ad autumnum, terram effoderunt et glebas verterunt, sperantes se thesaurum inventuros esse. Cum opera eorum vana fuisset, in sulcis, quos magno labore effoderant ad thesaurum quaerendum, sementem fecerunt. Verno et aestivo tempore autem floridissimas fruges videntes, intellexerunt qui esset thesaurus, quem pater moriturus dixerat.

 Traduzione

Un agricoltore, quando ormai stava per morire, chiamò a se i suoi figli e disse loro: “La morte con avide mani mi sta portando via ed io mi sto separando da questa vita. Nulla sto per lasciarvi in eredità, eccetto il campicello, che ho coltivato assiduamente per molti anni. Ivi sepolto giace un tesoro di molto danaro, ma non vi so dire dove giaccia. Dovrete mettere sottosopra l’intero campo per trovare il tesoro”. Quando ebbe detto ciò esalò l’anima. Dopo la morte del padre, i figli per molti mesi, fino all’autunno, dissodarono la terra e rivoltarono le zolle, sperando di trovare il tesoro. Dal momento che la loro opera era stata vana, nei solchi che avevano rivoltato per trovare il tesoro, fecero la semina. A primavera e al tempo dell’estate poi, vedendo le floridissime messi, compresero quale fosse il tesoro che il padre morente aveva detto.

Siamo tornati più magistri di prima…