L’asino e il vecchio

Testo

Cum principatum commutant, nihil praeter dominum mutant pauperes. Quam vera sit haec sententia brevis fabella, quam Phaedrus scripsit, docet. Timidus senex pascebat asellum suum in prato, cum repente hostes magno cum clamore supervenerunt. Hoc tumultu perterritus, dominus rogabat ut secum fugeret cum in manus hostium ambo casuri essent. Non tamen precibus domini obtemperavit asinus, sed sic placide quaesivit: «Num, domine, victor mihi binas clitellas impositurus est?». Negavit senex: quomodo enim potest unus asellus binas clitellas dorso sustinere? «Ergo – inquit asellus – non curo ego cui servire debeam, si semper unum onus mihi ferendum est».

Traduzione

Quando cambiano i padroni, i poveri non cambiano nulla eccetto il padrone. Una breve favoletta, che Fedro scrisse, insegna quando sia vera questo concetto.

Un vecchio prudente pascolava il suo asinello in un prato, quando improvvisamente sopraggiunsero i nemici con gran clamore. Spaventato da questo scompiglio, il padrone supplicava (l’asino) di fuggire con lui poiché stavano per cadere entrambi in mano al nemico. Tuttavia, l’asino non obbedì alle preghiere del padrone, ma chiese placidamente così: “Forse, padrone, il vincitore mi caricherà di doppia soma?” Il vecchio disse di no: in che modo infatti può un asinello sostenere sul dorso una doppia soma? “Quindi – rispose l’asinello – io non mi occupo di chi devo servire, se sempre un solo peso devo portare.