Origine di una cerimonia di espiazione

Testo

Servius Tullius rex bellum indixisse Sabinis traditur, genti, quae ea tempestate fortissima et opulentissima existimabatur. Devictis Sabinis, cum in magna gloria civitas Romana esset, nuntiatum est regi et patribus in montibus Albanis lapides de caelo cecidisse. Quod cum vix credi posset, missi sunt a senatu legati ut viserent prodigium. In conspectu eorum crebri ceciderunt lapides, sicut cum (come quando) grandinem venti in terram agunt. Visi etiam sunt sibi audire vocem ingentem ex summo colle, quae videbatur praecipere ut patrio ritu Albani sacra facerent. Romani quoque novendiale sacrum publice suscipere iussi sunt seu voce caelesti ex Albano colle missa seu haruspicorum monitu. Ex illo tempore mansit sollemne (come obbligo sacro) ut, quotiescumque (ogni volta che) prodigia nefasta evenisse nuntiarentur, feriae per novem dies agerentur, quae novendialia appellatae sunt.

Traduzione

Si racconta che il re Servio Tullio abbia dichiarato guerra ai Sabini, popolo che a quel tempo era ritenuto fortissimo e ricchissimo. Battuti i Sabini, quando lo stato Romano era al massimo della gloria, venne annunziato al re ed ai senatori che sui monti albani erano cadute pietre dal cielo. Poiché quella cosa a stento si poteva credere, furono mandati dal senato messi perché verificassero il prodigio. In loro presenza caddero fitte pietre, come quando i venti spingono a terra la grandine. Ebbero anche l’impressione di udire una voce possente dalla sommità del colle, che sembrava ordinasse che gli Albani facessero sacrifici secondo il patrio rito. Anche ai Romani venne ordinato di intraprendere una novena a spese dello Stato sia dalla voce celeste scesa dal monte Albano sia dalla raccomandazione degli aruspici. Da quel momento rimase come obbligo sacro che, ogni volta che venissero annunziati prodigi nefasti, seguissero nove giorni di festa che furono chiamati novendiali.