Testo
Nunc decet de clementia et de fortuna Pompeii loqui. Regem Armeniae Tigranem, qui magna cum populo Romano bella gesserat infestissimusque hostis fuerat, victum in conspectu suo diutius iacere supplicem passus non est, sed, benignis verbis recreatum, diadema, quod abicerat, capiti suo reponere iussit. Postea eum in pristinam fortunam restituit, aeque populum Romanum decere arbitratus et reges deponere et reges restituere.
Non tamen pari benignitate Pompeius a Fortuna donatus est (fu ricompensato). Nam caput eius qui Tigrani diadema reddiderat, coronis triumphalibus spoliatum, in extremo terrarum orbe, nusquam sepulturae locum habuit, sed, abscissum a corpore, nefarium Aegyptiae perfidiae munus, victori portatum est. Quod ipsi Caesari tam miserabile visum est ut eum non puduerit lacrimas effundere. Deinde caput adversarii plurimis et pretiosissimis odoribus cremandum curavit, quod, nisi victorem miseruisset, inhumatum iacuisset. (Valerio Massimo).
Traduzione
Ora è conveniente parlare della clemenza e della fortuna di Pompeo. Non sopportò che il re dell’Armenia Tigrane, che aveva condotto una gran guerra contro il popolo Romano ed era stato un pericolosissimo nemico, vinto giacesse più a lungo supplichevole al suo cospetto, ma rinfrancato con parole benevole ordinò di rimettere sul suo capo la corona regale che era stata tolta. Poi lo riportò nella precedente condizione ritenendo giustamente che s’addicesse al popolo Romano sia deporre i re sia reintegrare i re.
Tuttavia Pompeo non fu ricompensato dalla Fortuna con egual benevolenza. Infatti il capo di colui che aveva restituito la corona a Tigrane, spogliato delle corone trionfali, nella parte estrema della terra, non ebbe sepoltura in nessun luogo, ma staccato dal corpo, infame dono della perfidia egiziana, fu portato al vincitore. Cosa che allo stesso Cesare parve così meschina che non si vergognò di scoppiare in lacrime. Quindi si preoccupò che il capo dell’avversario con moltissimi e preziosissimi profumi fosse cremato, e perciò, se non avesse commosso il vincitore, sarebbe rimasto insepolto.