Cicerone e la causa di Pompeo

Testo

Initio belli ita conturbatus fui ut non intellegerem quid mihi optimum esset factu. Officio tamen malui servire quam salutis meae rationem habere (avere riguardo per). Cuius rei mihi paenitendum fuit, non tam quia saluti meae timerem quam quod vitia (inconvenienti) multa in castris Pompeianis offendi. Nam neque magnas copias inveni neque bellicosas; deinde, praeter ducem paucosque alios, reliqui studebant quaestui et praedae et in oratione (nei loro discorsi) ita crudeles erant ut ego ipsam victoriam horrerem.

Haec cum vidissem, primum coepi suadere pacem, cui semper studueram; deinde, cum huic sententiae Pompeius valide obsisteret, ei suadere institui ut bellum differret. Hoc a Pompeio interdum probabatur, sed post quandam felicem pugnam coepit nimis militibus suis confidere. Sic exercitui collecticio confisus, contra robustissimas Caesaris legiones conflixit: quod (il che) ei perniciei fuit. Nam, turpissime victus, ipsi saluti diffisus, solus in Aegyptum fugit. da Cicerone.

Traduzione

All’inizio della guerra fui così sconvolto da non capire quale fosse per me la miglior cosa da fare, tuttavia ho preferito attenermi alla (mia) carica piuttosto che avere riguardo per la mia salvezza. Della qual cosa mi sono dovuto pentire, non tanto perché temessi per la mia salvezza quanto perché incontrai molti inconvenienti negli accampamenti Pompeiani. Infatti non trovai truppe abbondanti e neppure bellicose; e poi, fatta eccezione del capo e di pochi altri, i rimanenti ambivano a lamenti e bottino e nei loro discorsi erano così crudeli che io avevo orrore della stessa vittoria.

Avendo notato ciò, iniziai per prima cosa a consigliare la pace, alla quale avevo sempre aspirato; in seguito, poiché Pompeo si opponeva a questa raccomandazione, decisi di esortarlo a rimandare la guerra. Questo a volte era approvato da Pompeo, ma dopo una certa battaglia favorevole iniziò a confidare troppo nei suoi soldati. Così, facendo affidamento in un esercito raccogliticcio, si scontrò contro le fortissime legioni di Cesare: il che fu una rovina per lui. Infatti, battuto molto malamente, disperando della stessa salvezza, fuggì da solo in Egitto.