Un corvo spiritoso

Cum post Actiacam pugnam Augustus Romae amplissimum ageret triumphum, ei occurrit quidam corvum manu tenens, quem docuerat hanc salutationem, adulationis plenam, dicere: “Ave Caesar, victor, imperator”. Octavianus, cuius intererat animos civium sibi conciliare, admiratus est officiosam avem et viginti nummorum milibus emi iussit. Cum paulo in via processisset, eodem modo a psittaco salutatus est quem tantidem emit. Tantae liberalitatis exemplum sutorem pauperem sollicitavit, qui corvum suum instituere coepit ad eandem salutationem. Sed cum avis non responderet, labore et impendio exhaustus, dominus dicere solebat: “Opera et impensa periit”. Aliquando tamen, cum corvus coepisset dictatam salutationem dicere, Augustum in via exspectavit sutor, plenus bonae spei. Sed, cum audisset corvi verba, imperator talis salutationis incuriosus, respondit: “Satis talium salutatorum domi habeo”. Tunc corvus, recordatus verborum, quibus dominus queri solebat, clara voce addidit: «Opera et impensa periit». Tantum salis admiratus, Caesar risit emique avem iussit tanti quanti nullam aliam adhuc emerat. da Macrobio

Traduzione

Quando, dopo la battaglia di Azio Augusto ricevette il grandissimo trionfo di Roma, incontrò un tale che teneva sulla mano un corvo, al quale aveva insegnato a dire questo saluto, pieno di adulazione: “Ave Cesare, vincitore, imperatore”. Ottaviano, al quale interessava conciliarsi l’animo dei cittadini, ammirò l’ossequioso uccello e ordinò di comprarlo per ventimila monete. Andando un po’ più avanti per la via, venne salutato allo stesso modo da un pappagallo che comprò per altrettanto. L’esempio di tanta generosità incoraggiò un povero calzolaio, il quale cominciò ad ammaestrare il suo corvo allo stesso saluto. Ma poiché l’uccello non si prestava, stanco della fatica e del dispendio, il padrone era solito dire: “Si perde il lavoro e l’impegno”. Prima o poi, tuttavia, poiché il corvo aveva cominciato a dire il saluto ordinato, il calzolai aspettò Augusto per la via, pieno di buona speranza. Ma, quando ebbe udito le parole del corvo, l’imperatore, annoiato da tale saluto, rispose: “A casa ho un bel po’ di tali saluti”. Allora il corvo, ricordandosi delle parole con le quali il padrone era solito lamentarsi, con chiara voce aggiunse: “Si perde il lavoro e l’impegno”. Stupito da tanta astuzia, Cesare rise ed ordinò di comprare l’uccello a tanto quanto per nessun altro aveva speso prima.