La fine delle guerre macedoniche

Perseo, Macedoniae regi, qui, viribus suis confisus, biennio cum consulibus Romanis conflixit, saepe fortuna secunda fuerat et ex compluribus proeliis victor discesserat. Hic plurimis Graeciae civitatibus persuaserat ut secum societatem coniungerent et sibi auxilio venirent. Etiam Rhodiis, qui antea semper Romanis faverant, persuasum est ut ad Perseum deficerent. Tum consul creatus est Lucius Aemilius Paulus, filius eius Pauli, qui, cum exercitui Romano apud Cannas praeesset, ne cladi suorum superesset, mortem fortiter obierat. Consul Perseum cruento proelio apud Pydnam fudit fugavitque. Rex, cum eum auxilia defecissent, diffisus suae fortunae et sociorum fidei, profugit in insulam Samothraciam, Macedoniae proximam, ubi templi religioni (inviolabilità) se credidit, sperans hoc sibi saluti futurum esse. Ad eum Cneius Octavius, qui classi praeerat, pervenit et ei persuasit ut se Romanorum fidei committeret.

Traduzione

A Perseo, re di Macedonia, che, confidando nelle sue forze, combatté per due anni contro i consoli romani, la fortuna fu spesso favorevole e riuscì vittorioso in parecchie battaglie. Costui aveva persuaso la maggior parte delle città della Grecia a formare una alleanza con lui ed andare in suo aiuto. Anche i Rodiesi, che in precedenza avevano sempre favorito i Romani, si persuasero a passare a Perseo. In quel tempo fu fatto console Lucio Emilio Paolo, figlio di quel Paolo che, essendo a capo dell’esercito Romano a Canne, per non sopravvivere alla strage dei suoi, era andato valorosamente incontro alla morte. Il console in una sanguinosa battaglia presso Pidna sbaragliò e mise in fuga Perseo. Il re, poiché gli alleati lo abbandonarono, non fidando nella sua fortuna e nella fedeltà degli alleati, fuggì nell’isola di Samotracia, vicina alla Macedonia, dove si affidò alla inviolabilità del tempio, sperando che  ciò sarebbe stato di salvezza per lui. Gneo Ottavio, che era a capo della flotta, andò da lui e lo persuase ad affidarsi alla tutela dei Romani.