Necessità del riposo

Ut fertiles agros exhaurit diuturnior fecunditas (produzione), sic animorum impetum longior et intensior labor frangit. Vires suas homines reficiunt, cum paulum resoluti et remissi sunt. Antiqui legum conditores multas ferias in trecentis sexaginta quinque anni diebus instituerunt ut ad quietem et hilaritatem (distensione) homines, gravioribus curis defatigatos, cogerent et necessarium laboribus temperamentum interponerent neque amplius quam sex vel septem unius diei horas curis negotiisque civilibus darent. Asinium Pollionem, oratorem eximium et longe omnium facundissimum, nulla res ultra decimam horam in fori negotiis detinuit. Ne epistulas quidem post decimam horam legebat ne cura vel minimae rei duas horas otii ante cenam occuparet. Etiam senatus omnia negotia ad horam tertiam posteri diei differebat (rinviava). Quies enim maxime necessaria est, quia alimentum ac vires animis et corporibus praebet.

Traduzione

Come la produzione prolungata esaurisce i fertili campi, così una fatica più lunga ed intensa indebolisce lo slancio degli animi. Gli uomini ristorano le loro forze quando sono rilassati e calmi. Gli antichi legislatori stabilirono molte feste nei trecentosessantacinque giorni dell’anno affinché costringessero gli uomini, stanchi per le fatiche più gravi, alla quiete ed alla distensione ed interponessero una necessaria moderazione alle fatiche e non dedicassero  più di sei o sette ore in una giornata alle preoccupazioni ed agli affari pubblici. Asinio Pollione, di gran lunga il più eloquente di tutti, non intrattenne  alcuna occupazione nel foro dopo l’ora decima (le ore 16). Non leggeva alcuna lettera oltre l’ora decima  perché preoccupazione o minima cosa occupasse due ore di ozio prima di cena. Rinviava anche tutti gli affari del Senato all’ora terza (le 9 del mattino) del giorno dopo. Infatti il riposo è assolutamente necessario, perché fornisce sostegno e forze agli animi ed ai corpi.