Apollo punisce i Greci

TESTO

Agamemnon, quem Graeci, in Asiam profecturi ut iniuriam raptae Helenae ulciscerentur, ducem sibi delegerant, arrogantem et superbum se praebuit. Nam ab eo Chryses, Apollinis sacerdos, qui, cinctus frontem sacris infulis et genas lacrimis perfusus, venerat ut filiam suam, virginem sedecim annorum, captivam reposceret, arroganter et impie repulsus est. Non enim Agamemnonem puduit senem, candidum capillis, irridere. Quod tamen cito ei poenitendum fuit.

Nam Chryses, cum repulsus esset et haud multos passus a castris constitisset, ab Apolline auxilium et ultionem flagitare coepit flebili voce, iniuriam querens qua affectus erat. Tunc deum miseri senis miseruit. Nam iniuriam sui sacerdotis et Agamemnonis impietatem et arrogantiam indignans, de Olympo descendit, armatus dexteram pestiferis sagittis, quas in castra Graecorum inicere coepit. Nemo poterat dei iram effugere, sed omnes ob noxiam ducis miserum in modum peribant. Tandem Graecos coepit taedere Agamemnonis arrogantiae et coegerunt eum virginem patri per Ulixem reddere.

TRADUZIONE

Agamennone, che i Greci che stavano per partire verso l’Asia per vendicare l’ingiuria del rapimento di Elena, avevano eletto loro comandante, si dimostrò arrogante e superbo. Infatti il sacerdote di Apollo Crise, che, cinta la fronte con le bende sacre e sparse di lacrime le guance, era venuto per riavere sua figlia prigioniera, vergine di sedici anni, venne da lui respinto arrogantemente ed empiamente. Agamennone infatti non si vergognò a schernire un vecchio dai capelli bianchi. Cosa di cui molto presto si dovette pentire.

Crise, infatti, dopo essere stato scacciato ed essendosi fermato a non molti passi dall’accampamento, iniziò a chiedere con flebile voce ad Apollo aiuto e vendetta, lamentandosi per l’offesa che aveva ricevuto. Allora il dio provò compassione del povero vecchio. Infatti, furioso per l’offesa al suo sacerdote e per l’empietà ed arroganza di Agamennone, discese dall’Olimpo, avendo armato la sua destra con frecce avvelenate, che cominciò a lanciare verso l’accampamento dei Greci. Nessuno poteva sfuggire all’ira del dio, ma tutti morivano in modo penoso per colpa del comandante. Infine i Greci si stancarono dell’arroganza di Agamennone e lo costrinsero a restituire la vergine al padre per mezzo di Ulisse.