Uomini illustri con una giovinezza poco promettente

TESTO

Lucius Manlius Torquatus, qui patriam bello Latino recreavit, adeo hebetis et obtusi cordis (carattere) inter initia iuventae existimatus est, ut a patre Manlio, quia et domesticis et rei publicae usibus inutilis videbatur, rus relegatus sit ut agresti labori operam daret. Sed Scipio quoque Africanus Maior, quem dii immortales nasci voluerunt ut esset vir in quo virtus se omnibus efficaciter ostenderet, solutioris vitae genere primos annos adulescentiae egisse fertur, remotos quidem a luxuriae crimine (accusa) sed teneriores (troppo spensierati).

Etiam Caius Valerius Flaccus secundi belli Punici temporibus luxui prima adulescentia indulsit. Ceterum, a Publio Licinio pontifice maximo flamen factus, ad curam sacrorum converso animo, quantum prius luxuriae exemplum visus erat, tantum postea modestiae et sanctitatis specimen evasit. Nihil Quinto Fabio Maximo, qui ob Gallicam victoriam Allobrogus cognominatus est, adulescente magis infame fuit; nihil autem eo sene ornatius aut speciosius nostra civitas illo saeculo habuit. (da Valerio Massimo)

TRADUZIONE

Lucio Manlio Torquato, che rianimò la patria nella guerra latina, al principio della giovinezza fu ritenuto così stupido ed ottuso di carattere che fu relegato in campagna a prestare lavoro nelle fatiche dei campi dal padre Manlio, poiché sembrava inutile sia per gli affari di famiglia sia per quelli pubblici. Ma anche Scipione l’Africano il maggiore, che gli dei immortali vollero che nascesse perché fosse un uomo il cui valore si mostrasse efficacemente a tutti, si dice abbia trascorso i primi anni dell’adolescenza con uno stile di vita più dissoluto, senza dubbio lontani dall’accusa di lussuria, ma troppo spensierati.

Anche Caio Valerio Flacco ai tempi della Seconda Guerra Punica nella prima adolescenza cedette alla lussuria. Ma nominato “flamine” (sacerdote) dal Pontefice Massimo Publio Licinio, convertito l’animo alla cura delle cose sacre, quanto prima era sembrato un esempio di lussuria tanto in seguito diventò un modello di modestia e di santità. Niente fu più privo di onore dell’adolescente Quinto Fabio Massimo, quello che per la vittoria gallica fu soprannominato Allobrogo; niente invece fu più onorevole di lui da vecchio o ebbe mai la nostra città di più bello in quell’epoca.