Alessandro doma Bucefalo

TESTO

Philippus, Alexandri pater, a mercatore equum fortem et eximiae formae magno pretio emerat, cui nomen Bucephalus erat. Huius equi tam ferox et indomita natura erat ut nullo modo a militibus et servis regis domari posset, cum id saepe frustra fortissimi Macedonum temptavissent. Idem temptare voluit (volle) Alexander, qui tum adulescentulus erat. Ille a prima pueritia totum se dederat omnibus corporis et armorum exercitationibus tanto studio ut cito omnes aequales viribus et audacia superaret. Ad patrem accessit et rogavit ut sibi liceret equum conscendere et domare. Cum subridens Philippus adnuisset neque id vetuisset, adulescens, dum omnes mirabundi spectant, ad equum appropinquavit et, cum eius iubam manu fricuisset, in dorsum repente insiluit et, modo laxans modo adducens (tirando) habenas, tam celeriter equum domuit ut imperio eius parere didicerit.

TRADUZIONE

Filippo, padre di Alessandro, aveva comprato da un mercante a caro prezzo un cavallo forte e di magnifico aspetto, il cui nome era Bucefalo. Il carattere di questo cavallo era così fiero ed indomito che in nessun modo poteva essere domato da soldati e servi del re, quantunque ci provassero spesso inutilmente i più forti fra i Macedoni. Ci volle provare Alessandro, che allora era ancora un ragazzo. Fin dalla prima fanciullezza lui si era dedicato completamente a tutti gli esercizi del corpo e delle armi con tanta dedizione che superava di gran lunga tutti i coetanei per forze ed audacia. Si recò dal padre e chiese che gli fosse permesso di montare e domare il cavallo. Poiché sorridendo Filippo aveva annuito e non aveva vietato, il ragazzo, mentre tutti guardavano meravigliati, si avvicinò al cavallo e, mentre frizionava il mantello di quello con la mano, all’improvviso montò il groppa e, mollando e tirando le redini, domò il cavallo così celermente da fargli apprendere ad obbedire al suo comando.