TESTO

Romanorum primus Cneus Pompeius Iudaeos domuit et in templum Hierosolymorum ingressus est, in quo nullam deorum imaginem invenit. Muri urbis diruti sunt, templum integrum superfuit (rimase). Postea rex Parthorum Pacorus Iudaeam occupavit, sed interfectus est a Publio Ventidio, qui Parthos reppulit et usque ad Euphratem insecutus est. Deinde regnum Iudaeae Herodi datum est, post cuius mortem regium nomen Simo quidam invasit (usurpò), qui a Quintilio Varo punitus est. Tunc populum rexerunt Herodis filii. Sub Tiberio quies fuit, sed Claudius regionem in provinciam redegit et eam equitibus Romanis permisit. Ex iis Antonius Felix fuit, qui nefanda saevitia imperium exercuit. Duravit patientia Iudaeorum usque ad Gessium Florum, sub quo novum bellum ortum est. Titus denique Hierosolyma oppugnavit totamque Iudaeam perdomuit.

TRADUZIONE

Primo fra i Romani, Gneo Pompeo domò i Giudei ed entrò nel tempio gerosolimitano nel quale non trovò alcuna immagine di divinità. Le mura di Gerusalemme furono abbattute, ma il tempio rimase integro. Più tardi il re dei Parti Pacoro si occupò la Giudea, ma venne ucciso da Publio Ventidio che respinse i Parti e li inseguì fino all’Eufrate. Dopo il regno di Giudea venne dato ad Erode dopo la cui morte, usurpò il titolo di re un certo Simone che venne giustiziato da Quintilio Varo. Allora i figli di Erode governarono il popolo. Sotto Tiberio ci fu pace, ma Claudio ridusse la regione a provincia e la affidò cavalieri romani. Fra questi vi fu Antonio Felice, che esercitò il potere con nefanda crudeltà. La sopportazione dei Giudei durò fino a Gessio Floro, sotto il quale scoppiò una nuova guerra. Infine Tito assediò Gerusalemme e sottomise l’intera Giudea.