Liberalità di Cimone

TESTO

Cimoni, Miltiadis filio, tanta fuit liberalitas (generosità) ut, cum mortuus esset, diu (a lungo) ab Atheniensibus desideratus sit (rimpiangere). Nam, cum complures hortos (giardino) et praedia (possedimento) haberet, numquam in eis ullus custos (custode) positus est, ut fructus servaret (custodire). Hoc faciebat ne quis impediretur carpere (prendere) fructus, quos cuperet (desiderare). Ipse Cimon semper nummos (moneta) secum habebat ut statim (subito) indigentibus opitulari (prestar aiuto) posset. Saepe, cum aliquem videret haud (non) bene (adeguatamente) vestitum, suum amiculum (mantello) ei largiebatur (donare) ne ob frigus nimis pateretur (soffrire). Cotidie (quotidianamente) ei cena tam copiosa coquebatur (cucinare) ut multos convivas (commensale) invitare posset. Ob tantam liberalitatem vita Cimonis semper secura (senza affanni) fuit eiusque mors ab omnibus collacrimata est (piangere).

TRADUZIONE

Tale fu la generosità di Cimone, figlio di Milziade che, dopo che era morto, a lungo venisse rimpianto dagli Ateniesi. Infatti, poiché aveva molti giardini e possedimenti, mai vi pose un custode per custodire i frutti. Lo faceva perché a nessuno fosse impedito di prendere i frutti che desiderava. Lo stesso Cimone aveva sempre monete con sé per poter prestare subito aiuto ai bisognosi. Spesso, quando vedeva qualcuno vestito non adeguatamente, gli donava il suo mantello perché non soffrisse troppo per il freddo. Quotidianamente gli veniva cucinata una cena così abbondante da poter invitare molti commensali. A causa di tanta generosità la vita di Cimone fu sempre senza affanni e la sua morte fu pianta da tutti.