Morte di Pausania

Pausanias Lacedaemonius, cuius virtus in proelio apud Plateas praeclare enituerat, exitum vitae habuit miserrimum. Nam victoria illa elatus, maiora adfectare coepit et, societate cum rege Persarum facta, patriam suam prodere non erubuit. Cum vero scelestum eius consilium detectum esset, ipse vitae servandae causa in templum Minervae confugit. Unde cum ob loci sanctitatem extrahi non posset, statim ephori valvas aedis obstruxerunt, ut ita fame interiret. Fama est matrem quoque Pausaniae, cum scelus filii comperisset, ad introitum aedis claudendum lapidem attulisse. Hinc paucis diebus post semianimis eductus, confestim decessit. Ita turpi morte magnam belli gloriam maculavit.

TRADUZIONE

Lo spartano Pausania, il cui valore aveva brillato con grande chiarezza nella battaglia vicino Platea, ebbe una fine della vita molto misero. Infatti insuperbito da quella vittoria, cominciò ad aspirare a cose più grandi e, fatto un accordo con il re dei Persiani, non si curò di giovare alla sua patria. Ma poiché il suo sciagurato progetto era stato scoperto, si rifugiò nel tempio di Minerva con l’intento di salvare la vita. Non potendo essere trascinato fuori per la inviolabilità del luogo, subito gli Efori chiusero con un muro le porte del tempio per farlo morire così di fame. Si narra che anche la madre di Pausania, quando conobbe il delitto del figlio, portasse una pietra perché l’ingresso del tempio venisse chiuso. Portato via semivivo da qui pochi giorni dopo, in poco tempo morì. Così macchiò una grande gloria di guerra con una morte vergognosa.