Modestia del greco Trasibulo

Thrasybulo, qui diu (a lungo) Atheniensium classi praefuit (comandare), pro tantis erga patriam meritis simplex corona data est, facta duabus virgulis (rametto) oleaginis (di ulivo). Quae apud cives ei non invidiae, sed magnae laudi fuit. Tam parva corona donatus (ricompensato), Thrasybulus nihil amplius (di più) requisivit (chiedere). Bene ergo (dunque) Psittacus ille, qui in septem sapientium numero fuit, cum Mytilinaei (cittadini di Mitilene) ei multa milia iugerum (= iugerorum, iugeri di terreno) muneri (in dono) dare vellent (volere): «Nolite» inquit «mihi dare munus, quod multi mihi invideant (potrebbero invidiare). Mihi satis (sufficiente) erunt centum iugera, quae vestram voluntatem (gratitudine) indicent (dimostrare). Ingentia enim munera hominibus saepe nocent, parva eis prosunt (giovare)».

TRADUZIONE

A Trasibulo, che a lungo comandò la flotta Ateniese, per i tanti meriti verso la patria venne offerta una semplice corona, fatta con due rametti di ulivo. Cosa che non gli portò invidia presso i cittadini, ma grande lode. Ricompensato con una corona così piccola, Trasibulo non chiese nulla di più. Disse bene dunque quel tale Psittaco, che fu nel gruppo dei sette sapienti, quando i cittadini di Mitilene gli volevano donare molte migliaia di iugeri di terreno: “Non datemi doni per cui molti potrebbero invidiarmi. Mi saranno sufficienti cento iugeri che dimostreranno la vostra gratitudine. Grossi regali infatti spesso nuocciono agli uomini, quelli piccoli (invece) gli giovano.