Preparativi di resistenza

Carthaginiensibus erat quidem ingens terror, et credebant Scipionem, circumferentem arma, cum omnes finitimos raptim perdomuisset, ipsam Carthaginem repente adgressurum esse. Itaque et muri reficiebantur propugnaculisque armabantur, et pro se quisque ea, quae diutinae obsidioni tolerandae necessaria sunt, ex agris convehebat. Rara mentio est pacis, mentio frequentior legatorum mittendorum ad Hannibalem arcessendum; pars maxima classem, quae ad commeatus excipiendos parata erat, mittere iubet ad opprimendam stationem navium apud Uticam incaute agentem; (dicebant) forsitan etiam navalia castra, relicta cum levi praesidio, Romanos oppressuros esse. In hoc consilium maxime inclinant; legatos tamen ad Hannibalem mittendos censent.

TRADUZIONE

Grande era il terrore nei Cartaginesi e credevano che Scipione, portando in giro le truppe, dopo aver domati rapidamente i confinanti, avrebbe aggredito all’improvviso la stessa Cartagine. Perciò venivano sistemate le mura ed armati i fortini, ed ognuno trasportava dai campi quelle cose che sono necessarie a sopportare un lungo assedio. Era poco frequente nominare la pace, più spesso si diceva che si dovevano mandare ambasciatori per richiamare Annibale; la maggior parte chiede di mandare la flotta che era allestita per intercettare le vettovaglie, ad assalire il raggruppamento di navi che incautamente era presso Utica; dicevano che forse i Romani erano in procinto di aggredire anche gli accampamenti navali lasciati con scarsa protezione. Preferiscono maggiormente questo parere; tuttavia decidono di mandare ambasciatori ad Annibale.