Costumi degli indiani (pag. 360)

Indorum habitus moresque genere et natura diversi sunt. Lino alii vestiuntur et lanis arborum, alii ferarum aviumque pellibus, pars nudo corpore incedunt. Quidam animalia occidere eorumque carnibus vesci nefas putant; alii piscibus tantum aluntur. Quidam parentes et propinquos, priusquam annis et macie conficiantur, velut hostias caedunt eorumque visceribus epulantur; ubi autem senectus eos vel morbus invadit, mortem in solitudine aequo animo exspectant. Ii, qui sapientiam profitentur (id est philosophi), ab ortu solis ad occasum stare (stare in piedi) solent, solem immobilibus oculis intuentes, ferventibus arenis alternis pedibus insistentes. Mortem non exspectant, sed sponte arcessunt, in rogos incensos sine dubitatione se praecipitantes.

TRADUZIONE

I costumi e le abitudini degli Indiani sono diversi per natura e genere. Alcuni si vestono di lino e cotone, altri con le pelli degli animali selvatici e degli uccelli, una parte va in giro a corpo nudo. Alcuni ritengono nefasto uccidere gli animali e nutrirsi delle loro carni; altri si nutrono di soli pesci. Alcuni uccidono come vittime sacrificali genitori e parenti, prima che vengano consumati dagli anni e dalla debolezza e banchettano con i loro organi interni; quando poi la vecchiaia si abatt su di loro come una malattia, attendono in solitudine la morte con animo tranquillo. Coloro che manifestano sapienza (per esempio i filosofi), sono soliti stare in piedi dal sorgere del sole fino al tramonto, fissando il sole con occhi fissi, calpestando le sabbie roventi con piedi a ritmo alterno. Non attendono la morte, ma [la] ricercano volontariamente gettandosi senza incertezza nei roghi ardenti.