TRADUZIONE
È noto a tutti che Socrate, che era ritenuto da Apollo Delfico il più sapiente degli uomini, sia stato accusato da Meleto ed altri concittadini di empietà e trascuratezza del culto degli avi. Gli accusatori aggiungevano che corrompesse gli adolescenti e fosse solito venerare dei stranieri, che egli chiamava demoni. Erano accuse false e menzognere (infatti egli attentissimo alle leggi della sua città, invocava gli dei degli antenati e faceva spesso sacrifici in casa e nei santuari pubblici). Diceva poi che nel suo intimo sentiva spesso la voce di un demone, molto simile alla voce umana, che gli diceva cosa era da farsi e cosa da evitare. Non faceva nulla per piacere o libidine, spesso accusava gli uomini di dissolutezza per richiamarli alla virtù. Spesso inoltre riprendeva e sgridava i disonesti non per criticarli ma per correggerli, né tollerava in se alcunché di scellerato o bugiardo. Pur essendo uomo di tanta onestà, fu chiamato comunque in giudizio dagli avversari e condannato a morte con un verdetto molto ingiusto.