Le donne persiane prigioniere di Alessandro (pag. 365)

Omnium oculos animosque in se converterant captivae mater coniunxque Darei, illa non maiestate solum, sed etiam aetate venerabilis, haec pulchritudine. Ingens circa Darei matrem nobilium feminarum turba constiterat laceratis crinibus, pristini decoris immemorum. Omnes mulieres, suae calamitatis oblitae, in utro cornu Dareus stetisset, quae pugnae fortuna fuisset, requirebant: negabant se captas esse, si viveret rex. Sed illum longius fuga abstulerat. Alexander, Dareum persequendo fatigatus, postquam et nox adpetebat et consequendi spes non erat, in castra paulo ante a suis capta pervenit, invitari deinde amicos, quibus maxime confidebat, iussit, ut interessent convivio. Repente e proximo tabernaculo lugubris clamor epulantes turbavit: mater uxorque Darei cum feminis nobilibus, quae captivae erant, regem interfectum esse ratae, ingenti gemitu eiulatuque flebant; nam amiculum, quod Dareus abiecerat, in manibus militis agnoverant crediderantque detractum esse regi interfecto. (da Curzio Rufo)

TRADUZIONE

Catturavano gli sguardi e gli animi di tutti le prigioniere madre e moglie di Dario, quella non solo per la maestà, ma anche per la veneranda età, questa per la bellezza. Intorno alla madre di Dario si era raccolta una gran ressa di nobili donne con i capelli strappati,  immemori dell’antico decoro. Tutte le donne, dimenticando la propria sciagura, chiedevano in quale delle due ali si fosse trovato Dario, quale fosse stato l’esito della battaglia: non accettavano di essere considerate prigioniere, se il re era vivo. Ma la fuga lo aveva allontanato più oltre. Alessandro, stanco di inseguire Dario, poiché anche la notte sopraggiungeva e non c’era speranza di raggiungerlo, giunse nell’accampamento conquistato poco prima dai suoi, ordinò poi di invitare gli amici più fidati (lett.: nei quali aveva maggior fiducia), perché fossero presenti al convivio. Improvvisamente dalla vicina tenda un lugubre clamore turbò coloro che banchettavano: la madre e la moglie di Dario con le nobildonne che erano prigioniere, pensando che il re fosse stato ucciso, piangevano con grandi lamenti ed ululati; infatti avevano riconosciuto il mantello che Dario aveva gettato nelle mani dei soldati  ed avevano creduto che fosse stato rubato al re ucciso.