Un fiume di vino (pag. 360)

Subito, cum sol illusceret, videmus non procul insulam eminentem atque silvestrem. Appulsi et egressi, per silvam progredimur stadia circiter a mari tria et videmus columnam ex aere factam, Graecis inscriptam litteris, sed obscuris et exesis, in hanc sententiam: «Hucusque Hercules et Bacchus pervenerunt». Prope autem erant vestigia (resti di statue) duo in petra, alterum triginta pedum longitudine, alterum vero minus. Bacchi erat minus illud, alterum vero Herculis. Adoratis igitur diis, progredimur. Nondum autem multum progressi eramus, cum pervenimus ad flumen vino fluens. Flumen tam erat copiosum ut in quibusdam locis etiam posset navigari. Cum autem mihi placeret discere unde oriretur fluvius, adverso itinere (contro corrente) perrexi, ac fontem quidem illius nullum repperi, sed multas et magnas vites, uvarum plenas. Ad radicem vero uniuscuiusque arboris guttatim fluebat vinum liquidum, quod in flumen confluebat.

TRADUZIONE

Inaspettatamente, poiché il sole era sorto, vedemmo non lontana un’isola grande e boscosa. Approdati e sbarcati, avanzammo nella foresta per circa tre stadi dal mare e vedemmo una colonna fatta di bronzo, iscritta con caratteri greci, ma sbiaditi e consumati, in questa frase: “Ercole e Bacco giunsero fin qui”. Vicino poi erano i resti di due statue in pietra, una di trenta piedi di lunghezza, l’altra molto meno. Quella più piccola era di Bacco, l’altra certamente di Ercole. Adorati allora gli dei, procedemmo. Non eravamo avanzati di molto che pervenimmo ad un fiume di vino che scorreva. Il fiume era tanto copioso che in certi tratti poteva essere anche navigato. Poiché poi mi sarebbe piaciuto sapere donde sorgesse il fiume, mi diressi contro corrente, e tuttavia non ne trovai alcuna sorgente, ma molte e grandi viti, piene di grappoli di uva. In verità alla radice di ciascun albero scorreva, goccia a goccia, vino puro che si riversava nel fiume.