TRADUZIONE
Ad Atene i servi erano trattati con liberalità e coloro che svolgevano servizi pubblici, godevano quasi dei diritti dei cittadini. Ma sui servi privati il padrone aveva potere di vita e di morte e non era indulgente verso coloro che mancavano gravemente. Sebbene avessero buoni rapporti con i padroni, tuttavia, se trovavano l’occasione, fuggivano per potere godere della libertà recuperata. Allora il padrone attaccava alla porta un messaggio di questo tipo: “Il servo di Aristippo, di nome Ermogene, cognome Niger, Lidio di nazionalità, è scappato. Ha vent’anni, alto, imberbe; ha una verruca sulla guancia sinistra ed un difetto all’occhio destro (opposto); quando è fuggito era vestito con una clamide (mantello greco) rossa. Chi lo riporterà al padrone avrà in dono 2000 dracme. Altrettanto riceverà chi dirà il luogo dove è fuggito. Con lui è fuggito via Biante, servo di Aristarco. È di corporatura modesta, occhi celesti, spalle larghe. Vestito con una mantellina e porta un cofanetto con del denaro, che ha rubato prima della fuga. Se qualcuno lo riporterà riceverà tanto denaro quanto per Ermogene. Se qualcuno potrà dire qualcosa sull’uno o l’altro, si presenti al magistrato”. Quando poi il servo fuggitivo veniva riportato dal padrone, veniva colpito da pesanti pene e sulla sua fronte veniva impressa una F con un ferro incandescente.