Una sfilata militare o un baccanale? (pag. 373)

Subacta India, in Persidem rediens, Alexander, elato animo super humanam condicionem, aemulari deo Libero voluit, qui illas regiones bacchans peragraverat. Vicos iussit floribus sterni et in liminibus aedium crateras vino repletas et alia eximiae magnitudinis vasa disponi. Deinde vehiculis constratis (a diversi piani) usus est ut multos milites capere possent et in tabernaculorum modum iussit ornari, alia candidis velis, alia vasis pretiosis. Prima procedebat cohors regia, variis redimita floribus coronisque: tibicinum cantus et lyrae sonus audiebatur. In vehiculis commissabatur et cibis exquisitis vescebatur exercitus, armis maxime decoris undique circumdatus. Regem et comites eius currus vehebat pergravis crateris aureis ingentibusque poculis ex eadem materia. Hoc modo per dies septem bacchabundum agmen incessit, velut parata praeda, si quis hostis, ea opportunitate usus, eos crapula graves aggredi vellet.

TRADUZIONE

Sottomessa l’India, ritornato in Persia, Alessandro, con animo insuperbito al di là della condizione umana, volle emulare il dio Libero (Dioniso e Bacco) che aveva vagato per quelle regioni celebrando i riti. Comandò di pavimentare con fiori i villaggi e di disporre sulle soglie delle case vasi pieni di vino e altri vasi di straordinaria dimensione. Poi si servì di carri a diversi piani affinché potessero contenere molti soldati e comandò che fossero adornati alla maniera delle tende augurali, alcuni con candidi veli, altri con vasi preziosi. Per prima avanzava la scorta del re, ornata di vari fiori e corone; si sentivano il canto dei flautisti ed il suono delle lire. L’esercito,  nei carri, era collegato e mangiava cibi squisiti, circondato da ogni parte da armi di grande bellezza. Un carro con pesanti vasi di oro e grandi coppe dello stesso metallo trasportava il re ed il suo seguito. In questo modo la schiera in pieno furore bacchico avanzò per sette giorni, come una facile preda qualora qualche nemico, approfittando di questa opportunità, volesse aggredirli appesantiti dalla sbornia.